Torniamo a parlare del progetto Co.Bio.Doc (Cosmesi Biologia Di Origine Controllata) che abbiamo presentato in questo articolo e che nel frattempo ha preso forma e sostanza. Non solo, è stato anche presentato al grande pubblico, con un evento speciale all’interno della 30° edizione di Tipicità Made in Marche Festival.
Chi meglio di Beatrice Filipponi. Co-founder e responsabile commerciale di Kriladesign, può raccontarci questa bella storia di territorio, imprese, sostenibilità, produzione green e aggiornarci sugli ultimi step di questo grande lavoro di squadra, made in Marche.
Partiamo dal primo passo: com’è entrata in contatto Kriladesign con il progetto?
Il primo contatto è arrivato da Imagina Comunicazione, agenzia che cura l’organizzazione del festival Tipicità, sia per via di una precedente collaborazione nell’evento Made in Marche Gallery, sia a seguito di una segnalazione fatta da UniCam, Università di Camerino, con cui abbiamo collaborato per alcuni stage. Erano alla ricerca di un’azienda che potesse occuparsi di Ricerca & Sviluppo dei materiali e della realizzazione di packaging sostenibile, nello specifico contenitori per una nuova linea di cosmetici naturali.
Cos’ha di speciale questo progetto e cosa ha spinto Kriladesign ad aderire?
Direi “affinità elettive”! Non capita tutti i giorni di essere convolti in una sfida così affascinante e che racchiude in sé tanti valori che animano il nostro lavoro. Abbiamo accettato l’invito perché sicuramente il compito richiesto era nelle nostre corde, e non solo per via della nostra esperienza e specializzazione, ormai over40, nello stampaggio di materiali termoplastici. Kriladesign sente molto il legame con il territorio e crede profondamente nella sinergia fra le imprese, nell’unione di saperi e competenze, nella potenza del fare rete.
Non potevamo non abbracciare un’iniziativa così virtuosa, basata sul rispetto di tutte quelle istanze che crediamo siano oggi prioritarie: cambiamento climatico, impatto ambientale, economia circolare, riciclo e riuso, l’attivismo per l’ambiente e l’attenzione verso il benessere e i nuovi stili di consumo delle persone.
Impegnarsi in un nuovo progetto dà sempre modo di trovare nuove prospettive, individuando soluzioni concrete per migliorare la qualità della vita con approccio eco-sensibile.
Quale parte vi è stata affidata?
Partendo dall’analisi e dallo studio del mercato di riferimento, il primo passo è stato la ricerca e poi la selezione dei materiali più adeguati alla funzione a cui sarebbero stati destinati. Ci siamo poi occupati del design e della progettazione e dello sviluppo dei prototipi di contenitori dei prodotti (solido) di questa nuova linea di bellezza e cura della persona.
Abbiamo studiato una soluzione in armonia con tutte le caratteristiche della linea, in equilibrio fra funzionalità ed estetica, con un occhio attento all’usabilità e durabilità, all’aspetto dell’ecosostenibilità e del riuso. Cosa che in realtà facciamo sempre nella nostra produzione conto terzi e per la nostra linea di illuminazione di design.
Il nostro design utilizza materie prime rigranulate, quindi derivate da materiale di scarto di produzione ed è pensato per dare più vite agli oggetti/packaging che conterranno i prodotti cosmetici, rispettando così gli obiettivi e i punti chiave del progetto stesso:
-Il riuso: l’oggetto è pensato per avere più di una vita e, una volta terminato il prodotto cosmetico, essere riutilizzato anche con funzioni diverse da quella principale.
-Lo smaltimento: se il contenitore/oggetto è riutilizzabile, ovviamente ne ritardiamo lo smaltimento; è realizzato per essere facilmente smontabile e facilmente smaltibile; potrà essere infatti reinserito nel ciclo delle materie prime.
Insomma, se correttamente smaltito non diventerà mai un rifiuto.
Quali soluzioni sono state proposte?
Abbiamo concluso il nostro obiettivo, realizzando campioni con stampa 3d e scelto le proposte colore, i pantoni di riferimento, realizzato dei render proponendo delle applicazioni e, in collaborazione con Grafostil, abbiamo definito alcune proposte di confezioni.
#1 una forma che richiama la botte e quindi il vino, che è l’anima di questo prodotto che nasce proprio dal reimpiego delle fecce di vinificazione. Abbiamo previsto dei fori sulla base sia per lo scolo del sapone solido dopo il suo utilizzo, oppure per facilitare il dosaggio manuale della polvere.
#2 Una forma che richiama il tappo tipico di una bottiglia di vino. Altra soluzione di ampia utilizzabilità e che, a fine vita, può diventare un tappo per bottiglie di vino/alcolico aperte. Questa forma si presta in caso di saponi solidi e polveri; a fine vita è reimpiegabile come tappo per bottiglie di vino/spumante aperte.
#3 Un packaging che si ispira alle costruzioni Lego; una volta che consumiamo il prodotto all’interno infatti, possono diventare un gioco per bambini. (in fase di trasporto sono modulari e possono essere impilate per ridurre lo spazio di imballaggio).
La plastica: un materiale bannato e demonizzato (giustamente) ma Kriladesign lo conosce tanto da trovargli un "lato positivo"?
Per noi la natura dovrebbe essere il modello di riferimento. Tutto ciò che la natura crea è necessario, non ci sono rifiuti. La plastica viene realizzata con risorse fossili e se il ciclo di vita dei nostri prodotti venisse modellato sul ciclo chiuso della natura, risparmieremmo risorse e otterremmo materiali preziosi dai rifiuti.
Crediamo che in questo momento i materiali certificati da rigenerazione rappresentino la vera sfida e l’opportunità per affrontare le problematiche legate all’ambiente. L’utilizzo di materiali rigenerati prevede necessariamente la trasformazione di alcune caratteristiche estetiche, ad esempio si perde la trasparenza, ma si ottengono colori dalle sfumature bellissime!
Com’è stata la collaborazione con la squadra, come vi siete organizzati?
Diciamo che l’inizio è stato tutto in salita! In piena pandemia, abbiamo dovuto imparare a coordinarci in modalità 100% digitale. Poi siamo riusciti a organizzare qualche incontro in presenza, man mano che regole (e) restrizioni della pandemia permettevano. Un po’ complesso ma, con la volontà di ottimizzare al massimo i lavori e il confronto, siamo riusciti ad andare avanti. Quest’anno, la situazione è migliorata e riusciamo a vederci dal vivo, ad organizzare incontri e eventi di promozione del progetto e a consolidare un bel network di collegamenti per dar vita a progetti futuri. Ricordo i nostri comagni d'avventura: le Cantine Belisario, la web agency Halley Media, la Tipografia Grafostil, Studio Impresa Consulting e RECUSOL, spin-off dell’Università degli Studi di Camerino, specializzata dalla farmacenutica alla nutraceutica
Il progetto si sta avviando alla conclusione, cosa succederà dopo?
L’obiettivo del progetto è di realizzare una linea prototipale di cosmesi naturale quindi con la realizzazione dei prototipi arriviamo al traguardo atteso e sperato. Il successivo step è la promozione della linea e del progetto e ovviamente anche delle professionalità in campo per realizzarlo, delle aziende che hanno partecipato, far conoscere la squadra e le aziende che hanno partecipato, un esempio di filiera produttiva sostenibile, di sinergia virtuosa e fruttuosa.